In questi giorni Erba ricorda il 70° anniversario dei bombardamenti che, il 30 settembre e l’1 ottobre 1944, provocarono oltre 70 morti. Una tragica pagina della storia di Erba, nella quale padre Aristide si distinse per la prontezza con la quale prestò soccorso materiale e spirituale ai sinistrati e ai sopravvissuti. Ricordiamo quell’evento attraverso il resoconto contenuto nel volume Aristide Pirovano. Il vescovo dei due mondi.
«…il 30 settembre, sabato, è una bella giornata di sole. Nel primo pomeriggio i Pirovano sono tutti in giardino: c’è anche Cesarino, adagiato su una lettiga a godersi il caldo. Improvvisamente si ode un rombo di motore: dalla cima del Palanzone e dai monti circostanti sbuca una squadriglia di dodici bombardieri, con le ali e le fusoliere argentate luccicanti al sole. Si odono i rintocchi a martello della campana di Sant’Eufemia, si alza l’urlo raggelante delle sirene d’allarme delle fabbriche ed è l’inferno. Micidiali ordigni cadono a ripetizione (…) Le bombe colpiscono il centro abitato e in particolare la piazza del mercato e la zona attigua alla chiesa di Sant’Eufemia, centrando anche il caratteristico lavatoio, in quel momento pieno di donne intente a lavare i panni. Sono 162 i proiettili dirompenti che, con il loro effetto scheggia, seminano morte e distruzione anche nei campi vicini, dove i contadini stanno lavorando.
Via Mazzini – dove si trova casa Pirovano – è vicinissima all’ epicentro del bombardamento. (…) Non appena gli schianti e le esplosioni si placano, don Aristide si precipita in bicicletta dal prevosto. Lo carica sul sellino e insieme si recano nelle zone colpite. È uno spettacolo terribile: tra le macerie delle case le vittime, orribilmente mutilate, sono decine. Dappertutto si odono le grida di dolore dei feriti e i lamenti dei sopravvissuti. I due sacerdoti si prodigano per portare soccorso ai primi e conforto ai secondi: per i morti, purtroppo, c’è solo l’olio santo. (…)
Il giorno dopo, 1 ottobre, è la festa del Rosario; ma è una domenica di lutto. Mentre le vittime vengono raccolte nel salone dell’oratorio, a metà mattina giunge in paese, inatteso, il cardinale Schuster. L’arcivescovo di Milano saluta il prevosto e don Aristide, rivolge parole di conforto ai fedeli riuniti in chiesa, visita e benedice le salme. Prima di andare, lascia una generosa offerta per i senzatetto.
Sono le 13. Schuster è ripartito da meno di un’ora quando i bombardieri tornano per completare l’opera. Campane e sirene fendono nuovamente l’aria. Al sibilo delle prime bombe don Aristide è in chiesa con alcune persone. (…) Vengono colpite altre case della via Volta: anche la ferrovia è interrotta. Si ripetono le scene di lutto e di disperazione del giorno prima, ma l’instancabile energia e la presenza di spirito di Pirovano danno coraggio ai soccorritori, tra i quali vigili del fuoco, militari, autorità cittadine e semplici civili. Nel pomeriggio del 2 ottobre la comunità erbese si riunisce nella prepositura parata a lutto per l’estremo saluto ai caduti. (…) Insieme al prevosto concelebrano numerosi altri sacerdoti e i religiosi dei diversi istituti presenti in zona, che poi accompagnano il corteo funebre verso il cimitero.
Nei giorni seguenti il sopraggiungere delle nuvole e del maltempo impedisce nuove incursioni all’ aviazione alleata. Nondimeno gli erbesi sono terrorizzati e parecchi tra loro preferiscono abbandonare le case e trasferirsi nei paesi vicini, in località più sicure. Lo stesso fanno numerosi milanesi sfollati in Brianza proprio per sfuggire ai bombardamenti che avevano colpito la loro città. Anche don Aristide fa caricare su un carretto la mamma, le sorelle e il fratello e dispone che vengano portati a Eupilio, presso alcuni conoscenti. Lui invece si trasferisce dal prevosto per essere pronto a intervenire in caso di necessità. I bombardieri torneranno solo una volta, il 10 gennaio 1945, e saranno altri due morti…».
(Nell’immagine, Casa Zanella, Via Cattaneo, 8 dopo i bombardamenti del 30 settembre e del 1° ottobre 1944. Fonte: foto fam.Zanella, Obbiettivo Erba, Citta’ di Erba Civico Museo Archeologico)