L’ultimo progetto ideato da monsignor Pirovano a Marituba è stato quello di un ospedale che potesse colmare una gravissima lacuna: in assenza di una struttura in loco, infatti, per poter usufruire di una visita cardiologica nella vicina Belem potevano trascorrere anche tre mesi e alcune prestazioni restavano comunque al di fuori della portata del sistema sanitario pubblico. Elemento ancor più importante, il nuovo ospedale avrebbe garantito assistenza anche ai lebbrosi, che spesso se la vedevano invece rifiutare.
Tra il 1992 e il 1996 padre Aristide ha seguito personalmente i lavori di costruzione. Su suo consiglio, anzi, la copertura è stata mantenuta sollevata rispetto alla struttura portante dell’edificio (sei padiglioni a un piano paralleli tra loro, con un corpo centrale che comprende i settori più “operativi” e le parti laterali riservate ai vari reparti, su una superficie complessiva di circa 8000 mq), in modo da creare un’intercapedine che favorisse l’illuminazione e l’aerazione interna.
«Solitamente non lascio che altri interferiscano nel mio lavoro – ricorda l’ingegner Teresinha de Jesus Araujo, progettista della struttura e punto di riferimento tecnico per tutte le opere di Marituba -, ma ho sempre accolto di buon grado i consigli e i suggerimenti che dom Aristìdes forniva durante la progettazione, perché si rivelavano dettati da buon senso e cognizione di causa».
Dopo la morte di padre Aristide, il primo obiettivo dell’Associazione è stato quello di mantenere e stabilizzare la raccolta degli aiuti economici finalizzati al completamento dell’ospedale, denominato “Divina Provvidenza”, che ha potuto iniziare le sue attività nella seconda metà del 1997. Integrando i fondi residui lasciati da monsignor Pirovano, l’Associazione ha contribuito a coprire per otto mesi le spese per il personale e per i corsi di addestramento necessari alla sua qualificazione.
Con la convenzione sottoscritta nel febbraio del 1998 dal Segretariato della Sanità del Parà, l’ospedale ha potuto disporre direttamente della copertura dei posti fissi. L’attività dell’Associazione si è perciò indirizzata verso progetti finalizzati alla implementazione delle attrezzature di base per singoli reparti o per la migliore organizzazione dell’attività ospedaliera.
Ecco alcune tra le attrezzature di cui l’Associazione ha finanziato l’acquisto:
– apparecchiature per il laboratorio di analisi del sangue, culla termica e ambulanza Mercedes (1998);
– ecografo (1999);
– apparecchiatura analisi emocromo, insonorizzazione delle camere di degenza e delle sale d’aspetto, attrezzature e software per l’archivio generale (2000);
– connessione telematica tra l’ospedale e le “unità di salute” e apparecchiatura endoscopica per interventi urologici (2001);
– mammografo (2002);
– apparecchio radiologico ad arco mobile con trasformazione digitale delle immagini per interventi chirurgici ed emodialisi (2003);
– apparecchiature per l’urinocoltura (2004);
– archivio (2005-2006);
– acquisto dei macchinari informatici per la digitalizzazione delle immagini (2008).
Tutte queste attrezzature sono state proposte all’Associazione dal responsabile della missione e dalla direzione dell’ospedale, che si sono assunti l’incarico di scegliere tipologia e fornitori.
Dal settembre 2000, inoltre, l’Associazione ha promosso il progetto “Un letto per la vita”, con cui si procede a una “adozione” dei letti del reparto pediatrico (si veda la specifica sezione dedicata). Una famiglia erbese, infine, ha attrezzato a proprie spese il reparto di terapia intensiva, con un esborso pari a circa 300 mila dollari.
L’impegno profuso a favore dello sviluppo dell’ospedale “Divina Provvidenza” ha trovato riscontro nell’apprezzamento dell’Unesco, che nel settembre del 2002, su segnalazione del Ministero brasiliano della Sanità, ha concesso ufficialmente il riconoscimento di “Ospedale amico dei bambini”.
Nel 2002, inoltre, una ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato l’ospedale di Marituba al quarto posto tra le strutture sanitarie dello Stato del Parà.
Nel giugno del 2007 il “Divina Provvidenza” ha ricevuto la medaglia d’oro alla memoria di dom Helder Camara. È uno dei quattro ospedali dello Stato ad avere ottenuto la classificazione B, secondo livello di eccellenza che vale anche una quota più alta di finanziamenti pubblici.
L’ospedale è qualificato come struttura «a carattere benefico di assistenza sociale, filantropica, di ispirazione religiosa, riconosciuta di utilità pubblica» e mira alla realizzazione del diritto alla salute da parte di tutti i cittadini, in particolare di quelli economicamente svantaggiati. “Serve” attualmente 25 municipalità, per una popolazione complessiva di circa 1.400.000 persone: è in grado di assisterne circa 700 ogni giorno.
Può contare su 130 posti-letto e su cinque reparti (Chirurgia, Medicina, Ostetricia, Pediatria e Psichiatria), oltre all’Unità di Terapia intensiva. Presta assistenza specialistica in Angiologia, Clinica medica, Cardiologia, Dermatologia, Elettromiografia, Endocrinologia, Fonoaudiologia, Gastroenterologia, Ginecologia e Ostetricia, Infettivologia, Mastologia, Neuropediatria, Neurologia, Neurochirurgia, Otorinolaringoiatria, Pediatria, Psicologia, Pneumologia, Polisonnografia, Proctologia, Medicina del lavoro, Traumatologia, Urologia, Nefrologia, Psichiatria e Oculistica. Dispone anche di una banca del sangue e di un Centro dialisi dotato di 25 posti (24 sempre in funzione e uno a disposizione per eventuali emergenze), attivo in tre turni giornalieri.
Nel quindicinale dell’inaugurazione, il 28 agosto 2012 è stato aperto il Banco del latte materno.
In un anno il personale – circa 150 dipendenti dell’Opera Don Calabria, formatisi e specializzatisi in loco o attraverso esperienze all’estero – ricovera oltre 6000 persone, ne sottopone a visite ambulatoriali circa 42 mila, effettua 3000 interventi chirurgici, 15 mila analisi radiologiche, quasi 40 mila esami di laboratorio e 2500 Tac; assiste quasi 2000 parti. Completano la struttura una farmacia, la mensa, la lavanderia, la cappella mortuaria e una chiesetta.
Un progetto di ampliamento prevede che la struttura venga ampliata: vi troveranno posto le sale operatorie e l’Unità di Terapia Intensiva e sarà possibile migliorare l’attività all’interno dei vari reparti.