«Sono contento di condividere con voi questa celebrazione, nella prospettiva del ricordo di monsignor Pirovano. Una memoria che continua a essere grande e profonda». Così monsignor Maurizio Rolla, Vicario episcopale della III Zona pastorale della Diocesi di Milano, ha iniziato la sua omelia nella celebrazione eucaristica presieduta questa mattina nella chiesa prepositurale di Santa Maria Nascente a Erba in suffragio di monsignor Aristide Pirovano nel 25mo anniversario della morte (3 febbraio 1997). La Messa è stata concelebrata da monsignor Angelo Pirovano, Responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia, e dal suo vicario don Carlo Gerosa. Alla celebrazione, animata dalla Corale diretta da Francesco Andreoni, hanno assistito numerosi fedeli: tra loro il Sindaco di Erba Veronica Airoldi e una delegazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (la congregazione che ha ricevuto da padre Aristide la responsabilità della missione brasiliana di Marituba), giunta appositamente da Verona e guidata dall’Economo generale fratel Gedovar Nazzari.
Salutando i presenti all’inizio della funzione, la presidente dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano Rosanna Pirovano – parlando a fianco di un ritratto sorridente del Vescovo missionario – ha spiegato come nei giorni scorsi molti erbesi le hanno manifestato il loro ricordo personale del giorno dei funerali di padre Aristide. «Hanno viva memoria della sua morte, ma naturalmente ricordano la sua vita straordinaria – ha precisato -. È il senso di questa giornata: ricordare una morte per celebrare una vita che padre Aristide ha speso fino all’ultimo, spinto dalla sua vocazione interiore, animato dalla fede e motivato dal suo ideale missionario a portare il Vangelo e con esso la promozione umana e sociale agli ultimi della terra. Non possiamo emulare ciò che ha compiuto, perché è eccezionale, ma possiamo impegnarci per favorire il progresso costante delle sue opere. Per questo contiamo sulla sensibilità, la generosità e il sostegno di tutti».
Nella sua riflessione monsignor Rolla ha fatto riferimento alla situazione ancora difficile in cui stiamo vivendo: «Dobbiamo vivere questo tempo cercando di non subirlo con acrimonia o perdendoci in lamentele, senza aspettare che passi, ma andandogli incontro con fiducia in Dio». Collegandosi all’episodio della guarigione del servo del centurione, narrato nel Vangelo, ha rilevato: «Gesù ammette di non avere mai incontrato una fede come quella del centurione… Anche la maggior parte di noi, malgrado preghiere elevate con le più diverse intenzioni, non ha mai assistito a un miracolo così repentino come quello raccontato dal Vangelo. Bisogna invocare il miracolo, ma non si può dipendere da esso…». E ha poi sottolineato: «Talvolta la nostra fede è legata al “risultato”, ma se siamo onesti e non ipocriti sappiamo che non funziona così. Non dobbiamo esibire la nostra fede, né esigerla dagli altri, dobbiamo “lavorarla” come un dono e manifestarla con semplicità…».
La celebrazione è stata trasmessa in diretta sulla pagina Facebook della Comunità pastorale Sant’Eufemia: vi hanno così potuto assistere anche i fedeli della comunità di Marituba, collegati via web dal Brasile.