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Dagli “Amici” seimila euro ai restauri di Sant’Eufemia

Era la chiesa più amata da padre Aristide e gli “Amici” non potevano rimanere insensibili alle sue necessità. Rispondendo all’appello lanciato recentemente da don Giovanni Afker, parroco della Comunità pastorale Sant’Eufemia di Erba, l’Associazione Amici di monsignor Aristide Pirovano ha deciso di destinare 6000 euro provenienti dai fondi del 5×1000 ai restauri della chiesa erbese di Sant’Eufemia. Il contributo si rende necessario per accedere al finanziamento di 30 mila euro messo a disposizione dalla Fondazione provinciale della comunità comasca.

Per la valorizzazione della cripta della chiesa, riportata alla luce dai recenti scavi, la Fondazione ha infatti destinato questa cifra, che rappresenta l’esatta metà dell’importo complessivo dei lavori (60 mila euro). Il contributo, però, è subordinato all’impegno, da parte della comunità, di raccogliere in proprio il 20% del suo ammontare (6 mila euro appunto), pena la perdita del finanziamento. La scadenza fissata era quella di metà ottobre e per questo motivo don Afker aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione e di solidarietà. Considerata la disponibilità dei fondi del 5×1000, gli “Amici” hanno deciso di intervenire in prima persona, assicurando la somma necessaria.

La decisione è motivata dal particolare affetto che padre Aristide ha sempre nutrito per la chiesa di Sant’Eufemia, dove da ragazzino partecipava ogni giorno alla prima messa del mattino. Nei giorni drammatici dei bombardamenti del 1944, Sant’Eufemia si trovava nell’epicentro dei disastro e, con gli allarmi aerei lanciati dal suo campanile, divenne in qualche modo il simbolo della comunità ferita, alla quale padre Aristide prestò il suo conforto materiale e spirituale. In occasione dei suoi periodici ritorni a Erba, il vescovo missionario vi sostava frequentemente in preghiera e vi celebrava la messa del sabato pomeriggio. E dopo la sua morte, proprio in Sant’Eufemia venne allestita la sua camera ardente.

Ma il desiderio di tornare, una volta o l’altra, a «fare il prete al mercato» (Sant’Eufemia si affaccia sulla piazza che il giovedì ospita l’appuntamento commerciale erbese), emerge anche da un’altra testimonianza: la lettera che padre Aristide scrisse quasi 35 anni fa, il 10 settembre 1978, all’amico di una vita Arnaldo Zappa, mentre si trovava a Detroit in procinto di partire per Marituba, per l’ultima e forse più affascinante tappa della sua lunga avventura missionaria. Pubblichiamo la lettera.

Carissimo Arnaldo (e soci della birra…),

“vecchio come balli ben”: queste sono le prime parole che mi sono venute alle labbra quando ho ricevuto la tua molto cara lettera del 9 agosto. Bravo e grazie di cuore a te e a donna Emilia. Quando penso a te, mi viene sempre in mente l’oratorio dei nostri vecchi tempi, il caro don Alberto, Bellora, Giovanni, Pierino e cento altri; poi il cinema a passo 16, poi le operette con Grattini e soci, poi il caro don Enea che era venuto a prendere il mio posto quando sono partito per la mia vita missionaria.

Sono proprio contento che la consacrazione della nuova chiesa ti abbia richiamato la mia consacrazione episcopale: segno che è stato davvero un momento di grazia per molti e di consolazione per il Prevosto. Se lo vedi, il Prevosto, salutamelo tanto e fagli coraggio e che usi… giudizio, così pure don Giovanni e don Renato.

Io invece mi preparo a partire di nuovo per un altro periodo di vita missionaria. Avrei voluto andare nelle Filippine, ma le circostanze mi hanno fatto ripiegare sul Brasile, in una zona vicina a dove ero prima. Ma ricomincerò in piccolo in un paio di villaggi speciali, uno di ex lebbrosi e uno di lebbrosi e cercherò di fare da papà, mamma e fratello di tanta povera gente.

Ma non sarò solo, ci sono anche le suore e anche il dottor Candia, mio speciale amico, che viene di frequente a vivere con loro. Anzi, nel lebbrosario il dottor Candia ha costruito una casa di “preghiera” per sacerdoti, laici e suore; così, se vuoi venire a fare un ritiro spirituale ti… troverò il posto. Ma forse fa troppo caldo per te, perché siamo nella foresta all’equatore. Io invece amo il caldo e ci starò bene.

Quando sarò più vecchio ritornerò a Erba per fare il prete al mercato: mi aspetti? Avrò bisogno del sacrista. Ciao, ciao e salutami tanto tua moglie, i tuoi figli e poi tutti gli amici, specialmente della nostra età: i Miotto, i Cavenaghi, i pompieri ecc ecc, gli amici della… sacrestia ecc, Cornelio ecc….

Io sempre bene e auguro anche a te di stare in gamba e di aspettarmi.

Ciao ciao: quando sarò laggiù ti manderò l’indirizzo. Un caro salutone e ricordiamoci nella preghiera.

Affezionatissimo

Aristide Pirovano

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