Domenica 22 febbraio Erba ha celebrato il Centenario della nascita di monsignor Aristide Pirovano. Il Vescovo missionario è stato ricordato nella chiesa prepositurale di Santa Maria Nascente, a cura dell’Associazione Amici di monsignor Aristide Pirovano e della Comunità pastorale Sant’Eufemia, col patrocinio del Comune di Erba.
L’intenso pomeriggio è stato aperto dai saluti del responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia don Giovanni Afker e della presidente degli Amici Enrica Sangiorgio, che ha annunciato il ritorno della teca con i paramenti episcopali di monsignor Pirovano nella chiesa di Sant’Eufemia, da cui era stata trasferita durante i recenti restauri: un’operazione resa possibile dal lavoro di Carlo Castagna e dei suoi collaboratori. Tra i numerosi presenti, una delegazione del Comune guidata dal Sindaco Marcella Tili («i valori professati da padre Aristide guidino la nostra vita civica», il suo augurio), esponenti di associazioni e di varie realtà cittadine. In rappresentanza dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Opera Don Calabria) – a cui monsignor Pirovano affidò la responsabilità della missione di Marituba – sono giunti a Erba il Superiore generale don Miguel Tofful e il suo predecessore don Waldemar Longo, oltre a fratel Gedovar Nazzari, il più stretto collaboratore di padre Aristide a Marituba.
Dopo l’introduzione, il Corpo musicale “San Fermo” di Cesana Brianza, diretto dal maestro Iose Ratti, è stato protagonista di un’apprezzata elevazione spirituale in musica. Convinti e calorosi applausi hanno salutato l’esecuzione dei brani, tra i quali alcune celebri composizioni di Haendel, Bach, Rossini e Verdi. In una pausa la signora Franca Farina ha salutato i presenti a nome del marito Luigi, presidente onorario degli Amici, ricordando «le scelte profetiche e vincenti di padre Aristide» e auspicando che «tutti possiamo vivere secondo il suo esempio la Quaresima che inizia oggi». Successivamente ha avuto luogo la Santa Messa solenne, presieduta da don Afker e animata dalla Corale “Don Giuseppe Sacchi”. A concelebrare, oltre ai due rappresentanti dell’Opera Don Calabria, don Raffaele Anfossi, monsignor Silvano Motta, don Ettore Dubini, padre Raffaele Finardi e don Stefano Rocca.
Nella sua omelia don Afker ha sottolineato la «straordinaria coincidenza» del Centenario di monsignor Pirovano con l’inizio della Quaresima ambrosiana: «Padre Aristide è una buona guida lungo questo itinerario di pentitenza e conversione». E ha aggiunto: «Da Vescovo si è posto al servizio dei più poveri e dei più umili, ravvivando il loro spirito… Se oggi si può essere fieri di vivere a Marituba, che un tempo era una colonia di lebbrosi, è perché qualcuno come padre Aristide ha fatto capire a quegli umiliati e a quegli oppressi, messi al margini del mondo, che Dio invece era loro vicino». Don Giovanni ha ricordato la «straordinaria lezione di vita» di Pirovano, allorché, in tempo di guerra, si sforzò di comporre le tensioni a Erba «dilaniata da contrasti drammatici» e operò «per pacificare e sanare litigi e alterchi». E ha concluso: «Padre Aristide non è un ricordo del passato, ma un modello per il presente, testimone di uno stile cristiano fatto non di gesti esteriori, ma di coerenza di vita».
Al termine della Messa ha preso la parola don Miguel Tofful, che ha comunicato che anche a Marituba un’affollata celebrazione ha ricordato il Centenario di monsignor Pirovano: «Lui è ancora vivo nella memoria dei più abbandonati, perché ha aperto il suo cuore a Dio e ha udito la sua voce nel grido dei poveri». Per il Superiore generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, padre Aristide ha incarnato quella attenzione alle «periferie esistenziali» raccomandata più volte da papa Francesco, «la più grande delle quali è l’indifferenza». «Col suo sorriso, con la sua presenza, con la sua sensibilità nei confronti dei poveri – ha concluso – monsignor Pirovano ha segnato il cuore di moltissime persone».