Contattaci

«L’ingegnera» di Marituba: «Dom Aristides per me è stato un grande dono di Dio»

 

Il 22 febbraio 1915, 110 anni fa, nasceva a Erba monsignor Aristide Pirovano. Gli Amici intendono celebrare questo anniversario, oltre che con alcune iniziative, diffondendo le testimonianze di persone che l’hanno conosciuto. Questi testi saranno pubblicati, uno al mese, sul sito dell’Associazione. La prima testimonianza è quella dell’ingegner Teresinha Botelho, progettista di tutte le grandi opere ideate da padre Aristide nella comunità brasiliana.

 

Nella mia vita Dom Aristides è stato un grande dono di Dio. Il nostro primo incontro mi colpì profondamente, perché, nonostante la sua apparenza fragile, data dalla sua corporatura, trasmetteva una grande forza d’animo e una presenza di Dio palpabile. Aveva un sorriso ampio e trasparente, tipico di chi vive costantemente con Dio. Era una persona sempre al servizio dei poveri, indipendentemente dalla loro razza o dal loro credo.

Sorrideva sempre, anche nelle difficoltà. Aveva una gioia di vivere e un entusiasmo nel fare tutto per i più bisognosi, e con questa gioia riusciva a contagiare la gente. Un altro aspetto che mi ha colpito profondamente è il modo in cui interrompeva qualsiasi cosa stesse facendo per ascoltare un povero che veniva a parlargli; in particolare, se si trattava di una persona affetta da lebbra, non lasciava mai che nessuno uscisse dal suo ufficio senza un consiglio o una soluzione al suo problema.

Il suo insegnamento più grande nella mia vita è stato imparare ad amare Dio attraverso il prossimo, soprattutto i bambini, i poveri e i malati. Mi ha trasmesso perseveranza e pazienza nella ricerca di aiuti per le sue attività. Dom Aristides era sempre impegnato a pianificare qualcosa per il bene di Marituba: tutto ciò che faceva era dedicato al servizio dei poveri della comunità.

Dom Aristides arrivò a Marituba proprio nel periodo in cui il Governo aprì le colonie per il trattamento della lebbra, poiché era stato scoperto che la malattia poteva essere trattata a livello ambulatoriale e non era più necessaria la segregazione. Di conseguenza molte persone provenienti da altri luoghi si stabilirono lì. Personalmente credo che la grande missione di Dom Aristides sia stata quella di offrire alle persone di questo territorio una vita degna di figli di Dio, attraverso l’evangelizzazione, l’istruzione, la salute e la creazione di opportunità di lavoro e reddito. Per questo iniziò a sviluppare attività pastorali e progetti sociali, come scuole, asili, centri sanitari, cooperative agricole e l’ospedale. Inoltre offriva aiuti personali alle famiglie per costruire le proprie case o per l’istruzione dei figli.

Durante le sue visite a Marituba, si premurava di andare ogni giorno a visitare i lavori in corso, non per controllare o supervisionare, ma per amore verso coloro che ne avrebbero beneficiato. Voleva che tutto fosse fatto nel migliore dei modi per loro, informandosi su ogni dettaglio e condividendo le sue esperienze, idee e suggerimenti, ma sempre con grande rispetto per gli aspetti tecnici.

Essendo un uomo illuminato, Dom Aristides sapeva come rapportarsi con tutti e, ovunque andasse, toccava il cuore delle persone e le sensibilizzava alla sua causa. Riuscì a coinvolgere molte persone della società, tra cui imprenditori, enti pubblici e soprattutto laici che credevano nella sua missione. Il suo lavoro è stato possibile solo grazie alla Provvidenza di Dio, che si manifestava attraverso queste persone che egli riusciva a toccare profondamente.

In una delle sue ultime visite a Marituba, un deputato statale lo invitò all’Assemblea legislativa per ricevere il titolo di cittadino del Pará. Durante il discorso, con il Diploma in mano, Dom Aristides domandò: «Che cosa farò con questo pezzo di carta? Mi serve un assegno per sfamare le tremila bambine e bambini che frequentano le nostre scuole a Marituba!», suscitando un sorriso da parte di tutti.

Quando affidò Marituba ai Poveri Servi della Divina Provvidenza, trasmise anche due suoi grandi sogni: la costruzione di una “scuola del lavoro”, come amava chiamarla, e di un ospedale. Oggi quei sogni sono realtà: l’Ospedale Divina Provvidenza e il Centro di Educazione Professionale Dom Aristides Pirovano.

Teresinha Botelho

 

21-01-2025

 
Padre Aristide, Teresinha Botelho e fratel Gedovar Nazzari
Padre Aristide e Teresinha con alcuni bambini di Marituba

Lascia un commento:

* obbligatorio