Ha portato e continua a portare le sue competenze professionali e la sua disponibilità di volontario nelle periferie geografiche ed esistenziali di tutto il mondo. Il dottor Aldo Lo Curto, medico di Canzo, è stato anche a Marituba, l’ultima missione brasiliana di monsignor Aristide Pirovano, dove tra il 1986 e il 1990 ha collaborato con il Vescovo missionario erbese. Ne ha parlato venerdì 1 marzo all’Auditorium della Casa della Gioventù di Erba, durante la serata nella quale padre Paul Prashanth Kumar Pothireddy, missionario indiano del Pime, ha presentato la tesi sulla spiritualità di padre Aristide con cui ha recentemente conseguito il dottorato in teologia.
Di Pirovano Lo Curto ha detto: «Quando lo incontrai, mi colpì la sua apertura mentale davanti al mio atteggiamento “altalenante” verso la fede: capii che avrei potuto collaborare con lui senza essere criticato o discriminato. Esattamente come con il cardinale Carlo Maria Martini, che in quegli stessi anni aveva dato vita alla “Cattedra dei non credenti” per una “pastorale dei lontani”». E ancora: «Padre Aristide aveva un carisma innato: sapeva ascoltare tutti, ma poi decideva lui. E aveva una spiritualità enorme: quando pregava, entrava in una dimensione di assoluta contemplazione che niente al mondo avrebbe potuto perturbare. Era talmente compreso nella lettura del breviario che spesso arrivava un uccellino che si si aggrappava alla sua barba e lui lasciava fare…».
Non sono mancati gli aneddoti divertenti sul senso pratico di padre Aristide. «Era molto goloso di formaggio “grana”, che però in Brasile non si trovava. Così, approfittando della mia “spola” da una parte all’altra dell’oceano, una volta sua sorella me ne diede una forma di quasi un chilo da portargli. Alla dogana, però, me la sequestrarono e a nulla valse la mia precisazione che era destinata a un missionario: “Può portare microbi”, mi dissero requisendola. Quando arrivai a Marituba, lui mi chiese del grana e io gli spiegai cosa era successo. “Hai sbagliato – mi disse -. Dovevi dire loro che l’avresti divisa, così metà se la prendevano loro e l’altra te la lasciavano…».
In un’altra occasione Pirovano doveva portare a Marituba 10 milioni, quando il massimo importo consentito erano 200 mila lire. Allora prese una Bibbia, ritagliò uno spazio tra le pagine e ci nascose i soldi, che naturalmente passarono inosservati. «Aveva un solo difetto, fumava troppo… – ha ricordato Lo Curto -. Ma lui diceva che la sigaretta era un vizio piccolo rispetto ad altri più grandi e quindi glielo si poteva concedere…».
«Quando aveva il diritto di arrabbiarsi, preferiva sorridere – ha sottolineato Lo Curto -. Anche le sue battute, invece di sminuirlo, mostravano che era un grande capace di rimanere con i piedi per terra».