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Luigi Farina, una vita compiuta nell’amore delle sfide affrontate per il bene comune

«Amavi le sfide, non quelle fine a se stesse, ma l’iniziare qualcosa di nuovo per un bene comune e per gli altri. Sapevi coinvolgere tante persone nei tuoi entusiasmanti progetti, spesso non esenti da difficoltà». È uno dei passaggi della testimonianza che Luca Pellegata, consigliere e segretario dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano, ha letto questa mattina al termine dei funerali del dottor Luigi Farina, presidente onorario del sodalizio, dopo esserne stato promotore, socio fondatore e vicepresidente, scomparso giovedì 6 maggio a 80 anni. Le esequie nella chiesa prepositurale di Santa Maria Nascente a Erba sono state presiedute da monsignor Angelo Pirovano, responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia, e concelebrate da diversi sacerdoti, tra cui padre Raffaele Finardi e don Bassano Pirovano. Informato ieri della scomparsa del dottor Farina, anche l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, con un messaggio ha voluto unirsi alla preghiera di suffragio e riconoscenza.

Erano presenti in chiesa numerose autorità, tra le quali il sindaco di Erba Veronica Airoldi, il presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca, il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, la senatrice Erica Rivolta e l’onorevole Eugenio Zoffili. Nella chiesa – gremita nel rispetto dei limiti di capienza imposti dall’emergenza sanitaria – erano rappresentate tutte le associazioni e le realtà promosse, sostenute e incoraggiate dal dottor Farina, che hanno così manifestato la loro vicinanza ai figli Federico, Paolo e Carlo e a tutti i familiari: non ha potuto presenziare la moglie Franca, tuttora in quarantena a causa del virus fatale al marito. Gli Amici erano rappresentati dalla presidente Rosanna Pirovano e da diversi consiglieri. Da Verona, dalla casa madre dei Poveri Servi della Divina Provvidenza dell’Opera Don Calabria, sono giunti appositamente fratel Gedovar Nazzari, Economo generale dell’Opera, e fratel Matteo Rinaldi, presidente dell’Associazione Missioni Don Calabria. Grazie alla diretta streaming la celebrazione è stata seguita anche dalla comunità brasiliana di Marituba.

Socio fondatore degli Amici, nella sua testimonianza (in allegato) Pellegata ha ricordato l’origine e lo sviluppo dell’Associazione dopo la morte di monsignor Aristide Pirovano, promossa dal dottor Farina in stretta sintonia con Enrica Sangiorgio Cavenaghi, presidente dalla fondazione fino alla sua morte (2019). Ha citato anche i numerosi progetti avviati e portati a termine a Marituba: l’Ospedale, le scuole, il Villaggio Italia, il Seminario… Ha sottolineato: «Mi dicesti una volta che è molto più difficile fare qualcosa da “zero” e arrivare a “uno”, che passare da “uno” a “cento”. La volontà e il fare – raccontasti – fanno la differenza». E in conclusione: «Caro Gino, mi piace ricordare questa immagine di te, con il dito indice alzato e il volto sorridente leggermente ripiegato a sinistra, mentre dispensi consigli, raccomandazioni e qualche volta oneste critiche. Quel gesto, quel dito alzato, oggi assume un significato particolare. Deve essere un monito per trovare sempre la forza e la determinazione ad andare avanti nei progetti in cui crediamo. Sono sicuro che con “Dom Aristide” e “Donna Enrica” avrete ora un gran daffare a vegliare su di noi e saprete ispirarci e guidarci nei prossimi passi per percorrere la strada che da “uno” porta a “cento”. Perché alla parte più difficile, da “zero” a “uno”, ci hai pensato tu».

«La sua è stata una vita compiuta, non finita, alla soglia degli 80 anni»: così nell’omelia don Luigi Feré, prevosto di Sesto Calende, che ha conosciuto il dottor Farina nel contesto ecclesiale della Fraternità di Comunione e Liberazione e che gli è stato amico negli anni seguiti alla malattia: «Un’amicizia e una testimonianza di cui fare tesoro». «Energia instancabile, forza, gioia, serenità di fondo»: questi i tratti distintivi – «nati dal dono dell’incontro con il Signore» – di un’esistenza che don Feré ha riassunto nell’immagine di una serie di «cerchi concentrici».

Il primo è la famiglia, «cuore della vita, dove ha espresso la sua vocazione di sposo, padre e nonno». In proposito don Feré ha ricordato la festa del 2017 per i 50 anni di matrimonio con la signora Franca, alla quale ha rivolto un pensiero affettuoso: «Le parole che vi scambiaste il giorno delle nozze hanno assunto ancora più pienezza per tutte le esperienze che avete condiviso».

Poi le amicizie, vissute con l’intensità propria di chi «ha un rapporto profondo con l’altro e guarda all’uomo semplicemente per quello che è» e «manifestate dall’energia messa nella stretta di mano da quando non poteva parlare». E ancora, il lavoro, affrontato «con «coraggio, impegno, intelligenza, intraprendenza, capacità di guardare lontano, oltre le contraddizioni e le sfide che questo mondo ci pone davanti». Infine, l’impegno politico e sociale, condotto con amore per la propria terra e tradotto nel sostegno a tante opere di bene. Don Feré ha richiamato in particolare l’attenzione all’ambito educativo – per l’Istituto San Vincenzo in primis, ma anche per altre scuole -, nata dalla «consapevolezza che se non ci si spende per i giovani non c’è futuro», e la sensibilità missionaria, che l’ha portato prima ad aiutare padre Aristide e poi a promuovere la realtà degli Amici: «Qui c’era tutto il suo interesse a comunicare il Vangelo, sostenendo i missionari in prima linea». E ha concluso: «Ora accompagnaci nel nostro cammino».

Prima di concludere la celebrazione, anche monsignor Angelo Pirovano ha voluto esprimere un suo pensiero, ricordando l’ultimo incontro con il dottor Farina, il 15 aprile scorso, proprio davanti alla tomba di padre Aristide al Cimitero maggiore di Erba: «Ora lo affidiamo al Signore con la gratitudine di tutta la nostra comunità per ciò che ha fatto con disponibilità, collaborazione e generosità».

Dopo la benedizione e prima delle testimonianze delle associazioni – oltre a quella degli Amici, anche quella di Lariosoccorso – hanno preso la parola i figli Paolo e Carlo. «Non voglio ricordare quello che ha fatto mio padre, le persone qui presenti lo testimoniano – ha sottolineato Paolo Farina -. Voglio salutarlo e dire che è stato il miglior padre possibile per un figlio. Se io con i miei figli riuscirò in minima parte a fare quello che ha fatto lui, avrò fatto un buon lavoro… E a mia madre dico che ci daremo poi tutti gli abbracci che non abbiamo potuto scambiarci ora, perché il tuo amore è l’esempio più grande». Alla signora Franca ha invece dato voce Carlo Farina, leggendo la lettera che lei aveva scritto al marito in occasione delle nozze d’oro, suggellando «una vita insieme fondata sulla roccia».

Il dottor Farina riposerà nella tomba di famiglia nel Cimitero di Bosisio Parini: la tumulazione avrà luogo tra qualche giorno. In sua memoria la famiglia ha espresso il desiderio che si dispongano offerte alle associazioni a lui più care, in particolare: Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano, Cooperativa sociale Istituto San Vincenzo, Cooperativa sociale Tetto Fraterno, Associazione Lariosoccorso onlus.


Testimonianza a cura di Luca Pellegata


Foto pubblicate per gentile concessione de “Il Giornale di Erba”

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