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Reportage da Marituba: progressi e criticità

Nelle scorse settimane Carlo Farina, consigliere dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano, si è recato a Marituba, compiendo una visita intensa e attenta alle principali strutture in cui è articolata la missione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza. Il suo racconto costituisce un resoconto dettagliato e aggiornato sulla realtà odierna di Marituba

Gestione più snella

La “squadra” dei Poveri Servi ha registrato significativi mutamenti e ora conta una persona in meno sia tra i sacerdoti, sia tra le suore, sia tra i fratelli laici. Nel 2017 la Congregazione ha affidato alla diocesi di Belem la gestione delle comunità più periferiche (Sao Joao Calabria, Nossa Senhora do Perpetuo Socorro, Sao Francisco, Nossa Senhora de Lourdes, Santa Rita…), mantenendo quelle di più antica storia (Nossa Senhora de Nazaré, Nossa Senhora da Paz, Sao Josè…). Modifiche che però non significano una contrazione delle attività e in questo senso Farina ha ribadito che gli Amici continueranno il loro impegno a sostegno di Marituba.

Novità all’ospedale

Avanzano alacremente i lavori di ristrutturazione all’Ospedale Divina Provvidenza (sostenuti finanziariamente in parte negli ultimi due anni da benefattori erbesi). Il centro chirurgico e il reparto di terapia intensiva sono già operativi, mentre il centro ostetrico e quello di terapia intensiva neonatale sono pronti, ma non sono ancora stati trasferiti dal vecchio nucleo. Sono in corso altri interventi: rifacimento di tutti i reparti di degenza per accrescere il confort dei pazienti, trasferimento dell’amministrazione al piano seminterrato, rinnovamento del pronto soccorso.

Interventi sulle scuole

Anche le scuole sono interessate da importanti lavori.

Alla scuola Nossa Senhora da Paz sono stati rifatti i tetti, così come alla scuola Sao Josè, dove si è intervenuti anche sull’area dell’ingresso (entrambi i progetti sono stati finanziati dalla Fondazione Candia).

Analogo intervento sull’asilo Nossa Senhora de Nazaré, finanziato con risorse proprie dopo un primo intervento finanziato dagli Amici.

L’asilo Nossa Senhora da Paz versa invece in condizioni di estrema fatiscenza. La Congregazione ha approntato un progetto di graduale ristrutturazione, ma è da verificare se non sia più opportuna una demolizione e una ricostruzione ex novo.

Una nuova palestra è stata invece realizzata presso il Centro professionale Dom Aristides Pirovano (progetto finanziato per due terzi dalla Fondazione Candia e per un terzo con risorse proprie).

La situazione sociale

Sulla situazione complessivo di Marituba, lasciamo spazio al racconto dello stesso Farina, dal quale emerge un quadro abbastanza drammatico: «Partiamo da un dato: Belem è considerata la città più violenta di tutto il Brasile e Marituba è considerata il territorio più violento dell’area metropolitana di Belem. Durante la mia permanenza ho assistito a una sparatoria e a due violenti litigi, il tutto in pieno giorno. Sparatorie e regolamenti di conti fanno ormai parte della quotidianità e un paio di settimane fa quattro persone sono state uccise sulla piazzetta antistante l’entrata della missione. Le zone pericolose si sono estese dal fiume fino al cuore della vecchia Marituba. Recentemente, per organizzare una festa serale in una scuola, la direttrice ha chiesto la presenza della polizia per pattugliare l’area, ma la richiesta è stata respinta . Cosi la direttrice è stata costretta ad accordarsi con il boss di quella zona, che ha garantito protezione e ha mandato i suoi uomini. Siamo ormai allo sbando totale, una piaga che si verifica quando i mali del nostro mondo si innestano su un terreno di povertà e in una realtà come il Brasile, teatro di un costante incontro-scontro tra ricchezza e povertà, tra modernità e degrado». Considerazioni che fanno dire a Farina: «Bisogna lavorare sul piano sociale e noi, come Amici, vogliamo aiutare la Congregazione su questo fronte; educazione, formazione, accompagnamento di bambini, giovani e adulti…».

L’esempio della Fazendinha

Un esempio in questo senso è quanto si sta già ottimamente facendo alla Fazendinha, che sorge in una delle zone più pericolose di Marituba, dove la polizia è ormai una presenza fissa. Proprio per creare una sorta di “area protetta”, la responsabile ha coinvolto alcuni genitori nel lavoro di bonifica della strada d’accesso, trasformata in una sorta di discarica dove viene gettato ogni tipo di immondizia, con un odore insopportabile e incendi spesso provocati dai cumuli di spazzatura. I genitori sono stati impegnati nella piantumazione di alberi e piante, che ha prodotto un abbellimento generale della zona.

Le adozioni a distanza

In un lungo e fruttuoso colloquio con suor Leticia, referente del Pae (il programma di adozioni a distanza), Farina ha concordato sulla necessità di rilanciare questo fondamentale canale di collegamento tra Italia e Brasile, stimolando e accrescendo l’attenzione dei padrini e aumentando il loro grado di coinvolgimento anche attraverso informazioni più precise e dettagliate circa le condizioni di vita dei loro figliocci.

One Response

  • Il "ponte" di INARZOGennaio 03, 2019 at 14:51

    BUONGIORNO, SIAMO UN GRUPPO DI AMICI CHE DAL 1987 SOSTENIAMO LE ATTIVITA’ CHE SI SVOLGONO A MARITUBA CON DUE ADOZIONI A DISTANZA E DAL 2000 UN LETTO PER LA VITA. PURTROPPO LE COMUNICAZIONI, CHE PRIMA ERANO PUNTUALI E PARTICOLARI, SI SONO FATTE SEMPRE PIU’ RARE E GENERICHE FINO A MANCARE DEL TUTTO NEL 2018. QUEST’ANNO NON SONO ARRIVATI NEPPURE I BOLLETTINI PER I VERSAMENTI. NOI RACCOGLIAMO I FONDI CHE POI VI INVIAMO CON UNA MOSTRA VENDITA DOVE LE PERSONE ACQUISTANO COSE PER LA CASA CHE NOI RICAMIAMO. QUEST’ANNO LE ENTRATE SONO DIMINUITE ANCHE PERCHE’ SUL NOSTRO CARTELLONE IN CUI ILLUSTRIAMO COME VIENE UTILIZZATO IL RICAVATO DELLA VENDITA NON CI SONO PIU’ LE FOTO DEI BAMBINI IN ADOZIONE NE’ DI UNO DEI BAMBINI CHE HANNO OCCUPATO IL LETTO IN OSPEDALE.’. SUL VOSTRO SITO NON C’E’ NEPPURE L’IBAN PER “UN LETTO PER LA VITA”.
    NOI VI CHIEDIAMO PER FAVORE DI AVERE DELLE COMUNICAZIONI UN PO’ PIU’ FREQUENTI E PERSONALIZZATE.
    UN CORDIALE SALUTO DA TUTTI GLI AMICI DEL “PONTE” E DA ME CHE VI STO SCRIVENDO A NOME DI TUTTI.
    SILVANA VANETTI

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