Una celebrazione eucaristica a cui hanno partecipato molti fedeli e un successivo concerto di musica sinfonica hanno segnato, sabato 26 aprile, la riapertura ufficiale al culto di Sant’Eufemia. In questi ultimi tre anni la chiesa plebana di Erba è stata oggetto di importanti lavori di restauro, recupero e riqualificazione, che saranno definitivamente ultimati nei prossimi mesi.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da monsignor Piero Cresseri, erbese, vicario episcopale dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, e concelebrata da diversi sacerdoti, tra i quali il parroco della Comunità pastorale Sant’Eufemia don Giovanni Afker e il missionario del Pime padre Piero Gheddo, accompagnato da un suo confratello.
Proprio la presenza di due missionari del Pime ha offerto lo spunto a monsignor Cresseri per citare monsignor Aristide Pirovano all’inizio della sua omelia. Ricordando i numerosi sacerdoti passati in Sant’Eufemia, monsignor Cresseri ha affermato: «Consentitemi un pensiero particolare per padre Aristide, che in questa chiesa veniva a pregare, a celebrare la Messa e, quando era necessario, anche a rimproverarci per certi comportamenti non coerenti con la nostra fede. A lui noi tutti siamo legati da grande affetto e desideriamo che il cammino verso la sua beatificazione faccia progressi significativi».
In effetti padre Aristide ha sempre nutrito un particolare affetto per la chiesa di Sant’Eufemia, dove da ragazzino partecipava ogni giorno alla prima messa del mattino. Nei giorni drammatici dei bombardamenti del 1944, Sant’Eufemia si trovava nell’epicentro dei disastro e, con gli allarmi aerei lanciati dal suo campanile, divenne in qualche modo il simbolo della comunità ferita, alla quale padre Aristide prestò il suo conforto materiale e spirituale. In occasione dei suoi periodici ritorni a Erba, il vescovo missionario vi sostava frequentemente in preghiera e vi celebrava la messa del sabato pomeriggio. E dopo la sua morte, proprio in Sant’Eufemia venne allestita la sua camera ardente.